Proviamo il bot criptovalute di 3commas

Di recente ho letto molto su 3commas.io nei forum, e ho sempre ignorato la discussione perché pensavo si riferisse a “comma.ai tre“, l’interfaccia del pilota automatico per auto fondata da Geohot, il famigerato hacker PS3.

Alla fine mi sono reso conto che, dopo tutto, discutere di un dispositivo di guida automatica sui forum di bitcoin non avrebbe avuto senso, così ho letto di più sull’argomento.

3commas è un bot di trading automatico per coppie di criptovalute! E la cosa migliore è che ha un piano gratuito, in quanto probabilmente otterrà delle commissioni dalle transazioni delle partnership dei vari exchange.

Allora, mi sono iscritto e mi chiede di collegare un exchange. Se mi iscrivo con FEX usando il loro referral, otterrei le caratteristiche PRO, ma potrei collegare un altro exchange.

Mi piace molto questo approccio, perché odio iscrivermi a un exchange, perché a causa delle norme KYC devono chiedere troppi dati personali.

Dopo la registrazione

Una volta collegato l’exchange con le chiavi API, puoi scegliere quale algoritmo

Per ora, evito il marketplace finché non capisco come funziona. Quando l’ho provato su zulutrade, i segnali erano compensati in base al numero e al volume dei follower, quindi spammando un sacco di trade. “tanto ci rimette qualcun altro”.

Proverò quindi il grid bot.

Lo proverò sulla coppia BTC/EUR dato che non ho abbastanza liquidità (inizio con poco!) sulla coppia ETH/EUR

Come potete vedere comprerà quando costa poco e venderà quando costa tanto.

Ma non funziona! Un messaggio avverte che il profitto sarà inferiore alle commissioni! Bisogna investire di più o fare trading su qualcosa con più volatilità

Così, proverò 1INCH, una shitcoin che a gennaio valeva circa 6$ ma ora è crollata e sta risalendo

Ha creato questi ordini:

Vediamo cosa succederà nei prossimi giorni

Pagare meno Tasse

Ho trovato questo libro su Amazon, è un autopubblicato.

Contrariamente a molti altri libri autopubblicati però la qualità si vede. Il testo è bello corposo, di circa trecento pagine, con il carattere di dimensione normale, i margini stretti: i contenuti ci sono, e sono tanti.

Essendo stato stampato on-demand (ovvero: viene stampato da Amazon apposta per il cliente che lo ordina, ecco perché c’è un ritardo di 1-2 giorni in più rispetto alla media Amazon Prime), è stato rilegato a brossura, che ha il difetto di “sventagliare” quando viene letto troppo. Comunque la copertina è di un cartoncino con una plastificazione morbida al tocco (penso?) che è molto gradevole da tenere in mano.

La mancanza di un editore si nota però nei piccoli dettagli, alcune immagini sono ipercompresse, si nota troppo la compressione JPEG troppo alta, e non è mai usata la È maiuscola, solo e sempre la E maiuscola con l’apostrofo. Sembra cosa da poco, ma per me è estremamente fastidioso leggere E’ al posto di È.

A parte questo, comunque è tutto ben impaginato, con il testo ben giustificato.

I capitoli sono trenta, e comincia in modo molto semplice per poi arrivare sempre più dettagliato.

All’inizio, mentre lo leggevo, pensavo “ehi ma questa roba la so già tutta” – poi invece mi sono ricreduto. Per esempio gli scaglioni IRPEF, un promotore finanziario, mostrandomi la tabellina:

RedditoAliquota
fino a 15000 €23%
fino a 28000 €27%
fino a 55000 €38%
fino a 75000 €41%
oltre 75000 €43%

mi aveva fatto credere che io dovessi in tutti i modi acquistare il suo prodotto finanziario, da poterlo detrarre dal reddito in modo di finire in una aliquota più bassa.

Però supponendo che si abbia un reddito di 90000 euro, l’IRPEF non viene calcolata tutta al 43%, ma, fino a 15000 euro, al 23%, da 15mila a 28mila al 27%, e così via.

Quindi il calcolo è:

15000*0,23 + (28000-15000)*0,27 + (55000-28000)*0,38 + (75000-55000)*0,41 + (90000-75000)*0,43 = 31870 euro,

e non 90000*0,43 = 38700 euro

Comunque, alla fine ho letto tutto in poche ore (saltando alcuni capitoli in quanto non mi interessavano), ed è stato molto interessante, copre praticamente tutti gli aspetti: fisco, tasse, impresa, commercialista, immobili, famiglia e automobili.

Guardando le recensioni su Amazon, mi fa sorridere la recensione a 1 stella del commercialista invidioso che dice:

Buongiorno, sono un commercialista. Vi aspetto in ufficio quando avrete gli accertamenti dopo aver applicato i consigli del libro.

In realtà è proprio il contrario! Il libro inizia proprio dicendo che bisogna farsi fatturare tutto, e che è da idioti comprare le cose a nero in cambio dello “sconto 22%”: essendo le spese fatte per conto dell’azienda, l’IVA viene comunque scaricata, e la spesa diminuisce il reddito aziendale, diminuendo quindi il carico fiscale. Certo, per una fattura sola saranno pochi euro di risparmio, ma via via che si cumulano, si può fare la differenza.

Recensione video:

Non serve comunicare il “codice univoco” per la fatturazione elettronica!

Se avete una Partita IVA, i vostri fornitori vi staranno tartassando da settimane “ehi compila questo form con i codici della fatturazione elettronica a mano e mandacelo per fax!”

Ma questo è inutile, perché basta semplicemente entrare nel sito dell’Agenzia delle entrate, andare dentro la gestione della fatturazione, e impostare il codice univoco! In questo modo è molto più pratico!

Infatti, se uso un software di TeamSystem, il codice “univoco” è M5UXCR1 (non è “univoco” per nulla, è uguale per tutti!!). Se domani decidessi di cambiare software, il codice cambia e quindi dovrei mettermi a comunicarlo a tutti i fornitori!

La soluzione migliore è ignorare tutte queste richieste e scrivere il tutto nel sito dell’Agenzia delle Entrate: ci penseranno loro a smistarle! E se domani cambio software, con un clic le posso “rimbalzare” dove le voglio!

È più facile di quanto si pensi…

Una auto gratis con Spot & go? Come funziona?

Recentemente vicino a casa mia è apparsa una Fiat 500 bianca, con i loghi Spot&go su tutte le fiancata. Per qualche giorno ho pensato che fosse un nuovo tipo di carsharing, poi vedendo più vicino, ho visto il sito: autoacostozero.it. Allora… è pagata dalla pubblicità?

Visito il sito e la cosa mi pare geniale: te compri un’auto nuova (presso i concessionari convenzionati?), purché sia bianca, e Spot&go si impegna di restituirti ogni mese fino a 350 euro, ovvero ti ripagano il prestito ogni mese e hai la macchina gratis.

Wow!! Immediatamente ho iniziato a sognare, finalmente posso rottamare il catorcio che uso per andare a lavorare ogni giorno, ed essere pagato per farlo???

Leggo meglio come funziona:

  1. Bisogna pagare 1400 euro di spese di istruttoria (quindi bisogna usare la loro finanziaria convenzionata? Con che tassi di interesse?)
  2. La macchina costa 5000 euro in più rispetto al valore di mercato, per il costo del wrapping pubblicitario, ma comunque sembra cosa da nulla perché il tutto viene spalmato nelle rate della macchina

Per una macchina gratis non sembrano limitazioni gravi, no? Alla fine ti rimborsano tutto, no?

L’autore del blog “Vendite piramidali” ha fatto un lavoro investigativo eccellente su una società con motus operandi molto simile. Leggete qua: https://venditepiramidali.wordpress.com/2017/05/04/auto-no-cost-di-vantage-group-e-una-truffa/

Ecco qua cosa c’è che non va in Spot&go:

  1.  La rata mensile viene rimborsata dalla pubblicità applicata sulla macchina, ma se si va a vedere su Instagram, all’hashtag #mondoacostozero, dove tutti i membri devono postare una foto della loro auto almeno due volte a settimana, si nota che pochissime auto hanno una pubblicità applicata. Non ci sono inserzionisti!
  2. Sempre riguardo alle auto senza sponsor, se vi ricordate, all’atto dell’iscrizione bisogna pagare anticipatamente 5000 euro per i costi del “wrapping auto”, calcolati in circa 80 euro per ogni “wrapping”, da applicare ogni mese. Ma se non c’è nessuno sponsor? I soldi per l’adesivo mai applicato che fine fanno?
  3. Tra quelle foto, ogni tanto si nota un’auto con sponsor effettivo: ma non è un wrapping, è una banale scritta intagliata! Questa foto che ho trovato su Pixabay invece mostra un wrapping:

Questo è un wrapping! Una personalizzazione estrema della macchina che costa centinaia di euro! Una cosa che attira l’attenzione dei passanti! Se fosse fatto così potrei capire bene i 5000 euro che chiedono, ma per delle lettere intagliate sul vinile nero?? Il costo è di pochi euro! (Verificate da voi il prezzo degli adesivi in vinile su Attacca.li)

4. Inoltre; se foste un inserzionista: preferireste sponsorizzare un Taxi che viene visto ogni giorno da migliaia di persone, con un adesivo colorato che prende tutta la fiancata, oppure, a parità di prezzo (costa uguale se non di più!!!), una scritta in nero, anonima, su un’auto che magari sta parcheggiata in un garage privato tutto il giorno eccetto per fare la spesa??

5. Purtroppo, per il codice della strada, è illegale andare a giro con una macchina sponsorizzata da terzi. Non conosco i dettagli di Spot&go, ma gli altri hanno “risolto” facendo un contratto da venditore al guidatore. Nel caso in cui uno venga firmato, basterebbe mostrare il contratto di lavoro come venditore e dire che l’auto serve per lavoro. Magari se l’auto quel mese non ha sponsor la polizia può lasciare correre, ma se magari avete gli adesivi di “Pizzeria Giovanni”, allora preparatevi a pagare una multa che parte da 400 euro

6. Non conosco i dettagli di Spot&go, ma per le ditte simili, il rimborso viene emesso come pagamento dell’attività di venditore. Quindi: se pagate 350 euro di rata auto, vi rimborsano 350 euro. Lordi, da tassare come reddito da venditore. Quindi diminuiscono.

7. Infine, se gli sponsor non ci sono, chi paga le macchine? Si sospetta che l’operazione stia in piedi solo grazie ai 5000 euro di “wrapping” pagati anticipatamente dai nuovi entrati. Adesso Spot&go paga regolarmente, ma che succede se falliscono? Sono una SRL con capitale sociale di 30mila euro, al massimo possono ripagare un’auto sola in tutta italia! Con 350 euro di rimborso al mese, c’è da sperare che vadano avanti con i rimborsi per almeno 15 mesi, solo per essere ripagati del “costo wrapping”

In conclusione, se non avete intenzione di comprare un’auto nuova e/o non ve la potete permettere, lasciate stare. Sul blog “Vendite Piramidali” ho visto persone che malgrado non si potevano permettere un’auto nuova, ne hanno prese due “tanto paga no cost”, e ora che “no cost” è in difficoltà e non rimborsa, chi rimane con 700 euro di rate da pagare con uno stipendio da 800?

Se invece pensate che sia un’idea che possa durare almeno 2-3 anni, e comunque state per comprare un’auto nuova, allora è una buona idea. Nel caso in cui sparissero tra 2 anni, almeno sareste ritornati in possesso dell’investimento iniziale, e l’auto è comunque di vostra proprietà… staccate gli adesivi e fine… anche se vi hanno “obbligato” a sceglierla di un banalissimo colore bianco, cosa che svaluta un po’ il prezzo della rivendita secondo me.


Solo PLA Italiano

Ho comprato una stampante 3D e quindi ho fatto un po’ di ricerche a giro tra i vari produttori di filamento.

Tra tutti i produttori, il tema ricorrente nelle descrizioni è “PLA di origine ITALIANA”, oppure “il pellet che compone questo filamento non contiene materiale cinese, ma solo europeo”, come se questo indicasse una qualità. Vediamo perché questo non c’entra assolutamente nulla

Il costo della materia prima

Il materiale più popolare per la stampa 3D è il PLA 4032D della NatureWorks. Un ballino da 20 kg costa 120 euro, 6 euro al kg. Ma se ne ordiniamo una tonnellata all’ingrosso, il prezzo sicuramente è molto inferiore!

Vediamo quanto costa in Cina:

PLA di origine cinese, composizione chimica 100% identica a quello “italiano”

22 yuan al kg sono circa 3 euro, al quale si sommano i costi di spedizione. Non penserete mica di farvi spedire 20 kg di plastica grezza con il corriere, no? Altrimenti spendereste 300 euro di spedizione per 60 euro di materiale, vanificando il risparmio. Dovete fare una spedizione in container. Per esperienza diretta, spedire 1 metro cubo con un container costa circa 1000 euro tra noli di partenza, noli di arrivo, ecc.

Un metro cubo di PLA pesa 1250 kg, quindi dobbiamo considerare che 80 centesimi al kg sono di spedizione.

Il PLA “cinese”, prodotto industrialmente e assolutamente identico a quello “italiano”, costa praticamente uguale!!! Viene quindi usato PLA “italiano” per il semplice motivo perché è più economico e più accessibile.

In fin dei conti, se guardate dove sono prodotte le insalatiere in plastica da 1 euro di Ikea, vedrete che c’è scritto MADE IN ITALY.

La plastica è economica, e spedirla da un continente all’altro costa un sacco di soldi.

Modo di produzione

Tutto inoltre dipende da come viene realizzato il filamento.

Quale sarà migliore, un filamento “Made in Italy” tirato amatorialmente in una cantina con una Filastruder pagata 300 euro, oppure un filamento “Made in China”, tirato in una fabbrica automatizzata utilizzando macchinari costosissimi?

Dire che è fatto in Italia non significa assolutamente niente, anzi, personalmente mi fido di più di una fabbrica cinese che sforna 1 tonnellata di rotoli al giorno e quindi ha ottimizzato la produzione rispetto al made in italy senza garanzie e certezze di produzione…

Conviene riciclare i ref su Neobux?

Prendiamo per esempio questo Rented Referral su Neobux. Sembra il candidato ideale per un “riciclo manuale”

Ho pagato 20 centesimi per noleggiarlo per 30 giorni. Ha cliccato per 2 giorni e poi è sparito. Quindi, avendo attivato l’autopay, ho speso 0,0057*2=0,0114 per estendere di 2 giorni il suo noleggio.

Mi ha fatto guadagnare 8 clic, per $ 0,005 = $ 0,04

Se lo lascio scadere, mi costa:

  • $ 0,20 per il noleggio iniziale
  • $ 0,0114 per l’estensione di 2 giorni
  • $ 0,02 per la penale di restituzione

Totale: 0,04-0,20-0,0114-0,02 = rimessa netta di 0,194 dollari.

Magari però, si potrebbe “svegliare” e iniziare a cliccare nuovamente.

Se lo riciclo, mi costa:

  • $ 0,20 per il noleggio iniziale
  • $ 0,0114 per l’estensione di 2 giorni
  • $ 0,07 per il riciclo

A questo punto sarei in rimessa di 24 centesimi, ma mi troverei un referral “nuovo”, con scadenza a 16 giorni.

Se fosse super, questo nuovo potrebbe fare 4*0,005*16=0,32 dollari e ci guadagnerei. Ma sicuramente non sarà super. Dalle medie che ho visto, è più probabile che faccia, se va bene, 1,5*0,005*16=$ 0,12

Quindi riciclando, se ottenessi un rimpiazzo “nella media”, finirei comunque in perdita di 12 centesimi. E ovviamente potrei anche averne uno che clicca una volta ogni tre giorni, e andarci comunque in rimessa!

Se però sperassi nella sostituzione gratuita dopo 15 giorni di inattività, invece, me ne troverei uno nuovo con 10 giorni di scadenza, che, con una media di 1,5 clic al giorno, mi frutterebbe $ 0,075: il risultato finale sarebbe comunque una perdita di 12 centesimi!

A questo punto, secondo me, non conviene affatto riciclare manualmente i referral su Neobux, meglio lasciarli scadere.

 

Come gira MT4 su Linux?

Nello scorso post avevo proposto il mio esperimento: e se MT4 su Linux girasse meglio?

Per eseguire i programmi Windows dentro Linux ho installato Crossover Office: è a pagamento, ma è MOLTO più facile da configurare rispetto a Wine o a PlayOnLinux.
Ho spostato metà terminali su Linux e metà li ho lasciati su Windows (è il processo kvm in cima alla lista) – l’utilizzo di processore è praticamente identico. Varia però la gestione del processore multi-core che, secondo me, è decisamente più efficiente su Linux rispetto a Windows. Infatti, dal comando top (mostrato in immagine), se si preme f e poi j si può vedere su quale core stanno girando i terminali: il “blocco” Windows gira sempre sul solito, mentre gli altri variano continuamente.
Il risultato è che collegandosi in orario di punta col desktop remoto, il server è decisamente più scattante rispetto a prima.
Sarà un effetto placebo, ma secondo me funziona parecchio bene.
Per ora mi funzionano tutti gli EA eccetto:
  • Ray Scalper (non riesce ad aprire la dll di autenticazione antipirateria)
  • NMi Scalper (la protezione antipirateria dice che la licenza è scaduta)
  • NumberOne (si può installare solo su tre computer differenti, non spreco un tentativo solo per fare un esperimento)

Ma in fondo me l’aspettavo: le protezioni antipirateria sono molto offuscate e usano metodi e interfacce non documentate: è difficile che funzionino correttamente sotto un interprete.